
EqProject: come abbiamo affrontato lo smart working in epoca Covid?
Più di un anno fa il Covid è entrato prepotente nelle nostre vite, cambiando radicalmente buona parte delle nostre abitudini, anche e soprattutto nell’ambito lavorativo. Come è cambiata la vita in azienda?
Attualmente più del 54% delle aziende italiane lavora in smart working. Ma cos’è nel dettaglio? Sicuramente un nuovo modo di affrontare il lavoro, quasi una rivoluzione nel mondo aziendale. Trasforma l’idea stessa di azienda e di approccio al lavoro. Il ministero del lavoro e delle politiche sociali né da questa definizione:
Lo Smart Working (o lavoro agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività."
All’inizio è stata una scelta obbligata per molti, la quarantena ha portato le aziende a chiudere e a riorganizzare il lavoro da casa, ma ora pare che questo nuovo modo di vedere il lavoro sia entrato in maniera prepotente nelle nostre vite, offrendo obbiettivamente dei vantaggi non indifferenti, come l’aumento della produttività da parte dei dipendenti stessi, con una gestione del lavoro più flessibile. Come in tutte le cose troviamo anche dei dati a sfavore, come l’assenza di socialità tra i dipendenti, la connessione internet scarsa per alcuni di loro, oppure l’uso eccessivo delle call che portano anche a lavorare senza limiti di orari.
La nostra esperienza
Anche noi di EqProject siamo stati, come tutti, segnati dallo smart working. Questo nuovo modo di lavorare ha portato ad un’inevitabile diminuzione della socialità tra di noi. EqProject è un gruppo molto unito, dove i rapporti interpersonali vanno oltre quelli lavorativi. Prima della pandemia la quotidianeità era pranzare tutti i giorni insieme in ufficio, ritrovarci dopo lavoro per una chiacchierata o una partita a beach volley. Il covid ha inevitabilmente stravolto tutte le nostre abitudini aziendali.
Nei primi mesi di pandemia, le call di gruppo settimanali ci hanno aiutato ad affrontare insieme questa nuova modalità di lavoro e ad ammortizzare lo schock iniziale del distacco. Lo scopo era essenzialmente quello di mantenere vivi i rapporti, soprattutto con colleghi di progetti o divisioni differenti. Dopo i primi mesi di lockdown invece, abbiamo riorganizzato il nostro modo di lavorare in ufficio con le turnazioni delle scrivanie, in modo da rivederci piano piano tutti, anche se non con la totalità delle persone. Con l’arrivo dell’estate poi è stato tutto più semplice, abbiamo ripreso ad organizzare partite di beach volley dopo lavoro o aperitivi per fare gruppo e stare insieme.
In questo periodo particolare anche assumere nuovi dipendenti è diventato più complicato, ma noi ce la mettiamo tutta per far sentire i nuovi arrivati parte del gruppo sin dal primo giorno. Infatti gli onboarding virtuali, ovvero le call in cui si presenta ufficialmente il nuovo arrivato a tutti i componenti del team, ci aiutano per sentirci uniti e compatti e per far sentire il nuovo arrivato subito parte della squadra.
Il Covid ci ha inevitabilmente segnato, cambiando profondamente ognuno di noi. Non ci siamo abbattuti, anzi abbiamo colto quanto di positivo quest’occasione storica potesse insegnarci per rivoluzionare in meglio il modo di fare azienda. Abbiamo cercato di sfruttare tutti i vantaggi che ne derivano, cercando come in ogni situazione, di mantenere un equilibrio costante.